Incontro con Amedeo Feniello, autore di I nemici degli italiani (Laterza), e Giada Messetti, autrice di Nella testa del Dragone. Identità ed ambizioni della nuova Cina (Mondadori)
Conduce  Carmine Pinto
Sarà per la sua particolarissima posizione geografica al centro del Mediterraneo, sarà per la sua debolezza istituzionale, per quell’accidia che, stando a Leopardi, è il suo carattere nazionale, ma l’Italia – anche prima che si chiamasse così – è sempre stata invasa. Dalla terra e dal mare. Ogni stagione della sua storia ha dunque conosciuto il suo nemico: Galli, Cartaginesi, Unni, Normanni, Turchi, Spagnoli, Francesi, Tedeschi, Americani. E ora i flussi di umanità disperata provenienti dall’Africa. Ma la tesi di Amedeo Feniello, nel saggio I nemici degli italiani, è che il ‘nemico’ è costitutivo della nostra identità, intimamente plurale, e che prima o poi si integra, finendo per temere l’avvento di nuovi barbari. E allora la storia ricomincia, sempre variata.
Il nemico di turno è la Cina, al centro dei nostri pensieri e delle nostre paure in questi mesi. Una esperta sinologa, Giada Messetti, nel saggio Nella testa del Dragone, indaga da vicino le contraddizioni di questo paese soprattutto in quella che è stata definita «l’era dell’ambizione». Percorso da un flusso irrefrenabile di energia, slancio e obiettivi di progresso, il Celeste Impero ha infatti saputo trasformarsi e sfruttare al meglio i vantaggi della globalizzazione, in una vertiginosa ascesa che ha sovvertito i paradigmi geopolitici come mai prima d’ora