«È un riallenamento per la lettura»: è così che Paolo Di Paolo, co-direttore artistico di Salerno Letteratura Festival insieme a Gennaro Carillo, ha definito la scuola di lettura, un’esperienza inedita dell’edizione 2023. Il secondo appuntamento, tenutosi martedì 20 giugno a palazzo Fruscione, è stato condotto da Eleonora Mazzoni, autrice de Il cuore è un guazzabuglio. Vita e capolavoro del rivoluzionario Manzoni.

L’autrice si è definita fin da subito una lettrice e «rilettrice» del grande scrittore del Romanticismo italiano, esattamente come tutti: per la Mazzoni I Promessi Sposi è rimasto il libro del cuore anche quando ha cominciato la carriera teatrale. Oltre a considerarlo il suo romanzo preferito, la Mazzoni ha detto che Alessandro Manzoni non l’ha mai abbandonata, né lei ha mai abbandonato lui. Ed in effetti, la sua lezione ha reso visibile la sua passione per lo scrittore milanese.

Elemento evidente della figura di Manzoni è il suo turbamento, sia in ambito familiare che educativo. Il piccolo Alessandro fu infatti accudito da una balia, e studiò in diversi collegi di suore tra la zona di Lecco e Milano. Dall’età di nove fino ai vent’anni non rivide la madre, fin quando, spinto forse dal professore Vincenzo Monti, si trasferì a Parigi, dove conobbe anche la sua prima moglie e si innamorò definitivamente della nuova corrente romantica che investiva l’Europa.

Oltre alle varie digressioni su Manzoni, l’autrice si è focalizzata anche sulle forti analogie tra la vita dello scrittore e la sua opera più importante. La Mazzoni ha infatti fatto notare come i personaggi principali non abbiano fratelli e sorelle, oppure siano privi di figure genitoriali di riferimento: gli stessi Renzo e Lucia, fatta eccezione per la presenza di Agnese, hanno come figura paterna Fra Cristoforo. Ulteriore dettaglio è anche l’avversione nei confronti dei collegi, in particolare quello di Merate, odiato da Manzoni quanto dalla Monaca di Monza.

 

Giovanni Lo Schiavo, liceo classico Tasso Salerno