I luoghi di Salerno Letteratura rappresentano, fin dalle prime edizioni, un’occasione preziosa per scoprire o riscoprire alcuni angoli della città ricchi di storia e di cultura. Sette le location scelte quest’anno per ospitare gli incontri con personaggi di primo piano del mondo della cultura, a cui si aggiunge Palazzo Fruscione, sede della segreteria e della sala stampa.

Arco catalano

Situato al piano terra di palazzo Pinto, in via Mercanti, rappresenta un elemento fortemente simbolico dell’architettura palaziale. Come si legge sul sito del Fai, Fondo per l’ambiente italiano, lo splendido arco ribassato in piperno è contornato da due capitelli realizzati con raffinate decorazioni floreali tendenti a estremi virtuosismi, che per l’accurata fattura richiamano gli interventi delle più ambite maestranze provenienti dal levante iberico dalle dimore signorili di Castiglia e di Catalogna, come l’architetto e scultore Matteo Forcimanya, l’architetto Guglielmo Sagrera e lo scultore Pere Johan.

Atrio del Duomo

La cattedrale primaziale metropolitana è il principale luogo di culto cattolico della città. Ha la dignità di basilica minore. Venne costruita in stile romanico nell’XI secolo ed in seguito più volte modificata, con diverse aggiunte barocche. Il campanile, di grande valore storico ed artistico, è un’importante testimonianza della fusione bizantino-normanna del periodo. Su di esso trovano posto otto campane. Fondata da Roberto il Guiscardo e consacrata da Papa Gregorio VII, è stata ufficialmente inaugurata nel marzo 1084. La cripta custodisce le spoglie mortali di San Matteo. La leggenda della traslazione vuole che le reliquie siano state portate a Salerno da Gisulfo I nel X secolo ed in seguito nel 1081, quando fu costruita la nuova cattedrale dedicata all’evangelista, furono deposte nella cripta destinata a custodirle.

Chiesa dell’Addolorata

Il Complesso della Chiesa dell’Addolorata e del Monastero di Santa Sofia ha una storia antica. Il monastero risale come fondazione al IX secolo e quindi è di origine longobarda, come testimonia anche il nome che richiama alla Chiesa di Benevento e alla chiesa imperiale di Costantinopoli, dedicata alla Santa della conoscenza. Dopo varie vicissitudini, nel 1500 a Salerno arrivano i gesuiti e si insediano nel monastero, edificando la chiesa nelle forme in cui oggi la vediamo. La bella scalinata che dà accesso alla chiesa, è la prova dell’intento scenografico caratteristico della Controriforma e della vocazione alla rappresentazione sacra dei Gesuiti.

Convitto nazionale

Il Convitto Nazionale sorge nell’antico monastero femminile delle benedettine che fu edificato intorno all’anno mille con il nome di Santa Maria Maddalena. L’anno della sua fondazione è incerto ma secondo alcuni documenti papali firmati da Nicolò V nel 1453 questo precedentemente era chiamato S.Maria de domino Sicone in quanto edificato da questo principe, di origini longobarde. Egli tenne il governo del Principato di Salerno dall’817 all’856 e quindi l’edificazione del monastero è ipotizzabile in questo periodo. Il monastero fu soppresso nel 1811 ed i locali furono dapprima sede delle Legioni scelte poi sede del Liceo ginnasio Torquato Tasso e dell’annesso Convitto. Anticamente nell’ala sud-est del fabbricato sorgeva una chiesa che divenne aula del convitto.

Largo Barbuti

Il quartiere dei Barbuti, nucleo centrale della parte antica della città, deriva probabilmente il nome dai Longobardi (uomini dalla lunga barba) che l’abitarono. È delimitato a nord da via Tasso, a sud da via Roma e a ovest da via dei Canali. Largo Barbuti, anche detto “Curtis Dominica”, nel Duecento era la piazza più importante con le botteghe e il mercato; dalla vicina Porta di Mare si arrivava alla spiaggia. A oriente della piazza cominciava la Drapparia, oggi via dei Mercanti, dove si affollavano i commercianti di damaschi e velluti. Ad occidente vi era la “Ruga Speciarorum”, con le botteghe degli speziali.

Palazzo Fruscione

Il palazzo presenta ai piani superiori una decorazione ad arco intrecciato riferibile alla metà del XIII secolo e a piano terra decorazioni a tarsia policroma, motivo molto diffuso nel romantico campano. Sotto l’arco del vicolo Pescheria vi sono frammenti di mura longobarde, resti della vecchia corte di Arechi.

Museo Diocesano

Il Museo diocesano è senza dubbio il più importante contenitore di opere d’arte di Salerno. La sede attuale non è quella originaria, ma corrisponde al recupero della struttura del Seminario Diocesano, che, con la Biblioteca e l’Archivio, costituisce un grande polo culturale della città e della provincia. L’attuale configurazione dell’edificio corrisponde ai lavori fatti eseguire nel 1832 dall’arcivescovo Lupoli. Il patrimonio artistico del Museo comprende opere che vanno dal Medioevo al XX secolo. Tra le più importanti, gli avori salernitani che costituiscono la più vasta e completa raccolta di tavolette eburne istoriate del Medioevo (prima metà del XII sec.) cristiano esistente al mondo. Si tratta di 67 pezzi, di cui 37 illustrati con scene dell’Antico e Nuovo Testamento. E un rotolo miniato dell’Exultet, diviso in 11 fogli pergamenacei illustranti il Preconio pasquale (praeconium paschale, annunzio della Pasqua), risalente alla fine della prima metà del XIII secolo.

Da vedere anche la Corte interna Guardia di Finanza di via Duomo, un angolo nascosto della città.