Intervengono Ilaria Gaspari, Gennaro Carillo e Paolo Di Paolo
Nel 2022 saranno trascorsi cent’anni dalla morte di Marcel Proust. A lui, e a pochi altri scrittori, dobbiamo un’idea di letteratura come atto di conoscenza della realtà. Ci sono molti modi per accedere al mondo. Uno dei quali è trasfigurarlo poeticamente, vederlo attraverso le lenti di sensazioni, impressioni, emozioni, promosse al rango di forme di intelligenza. Questo sguardo dall’interno – che nella Recherche si rinnova pressoché ovunque – è molto più vero di ogni visione oggettiva, ‘scientifica’. A questa verità conducono esperienze come il dolore o il desiderio. Desiderio al quale Proust riconosce una funzione plasmatrice, capace di trasformare la realtà dell’oggetto desiderato: la cui bellezza è tutta negli occhi di chi lo guarda e, guardandolo, lo modifica, lo conforma a un’immagine interiore, a un ‘modello’, ripetendo il gesto che, nel mito classico, si attribuiva a Pigmalione. È per questo che una ex cocotte, neppure tanto avvenente, come Odette può diventare una dea vergine, agli occhi del Narratore, nuda nella sua toilette color malva; o Albertine, la fanciulla in fiore e paffuta, l’oggetto di una gelosia divorante, di una passione narrativa che si alimenta sia di un’immaginazione ipertrofica, sia di una volontà di sapere tanto più intensa, quanto più dolorosa.
Di questo, e di altri temi dell’universo Proust, parleremo con la filosofa Ilaria Gaspari, che di Marcel è interprete d’eccezione.
FLASH MOB! A cura di Alice Melloni
Nei pressi del Museo Diocesano accadrà qualcosa di molto speciale e di molto proustiano. Tenetevi pronti!