«Ogni anno 70.000 nuovi titoli. Di questi il 30/40% tornano indietro senza un lettore. E questo è sconcertante» ha detto Paolo Di Paolo nell’incontro della scuola di lettura di mercoledì 21 giugno. L’appuntamento è stato condotto dal co-direttore artistico (insieme a Gennaro Carillo) del Festival ed è stato un trascorso attraverso i romanzi preferiti della sua vita.

Il punto di partenza è Alla ricerca del tempo perduto di Marcel Proust, in particolare l’ultimo volume intitolato Il tempo ritrovato. Ha poi proseguito con Madame Bovary di Gustave Flaubert, Delitto e castigo di Fëdor Dostoevskij e Mrs Dalloway di Virginia Woolf, protagonista di un happening itinerante tenutosi il 17 giugno a mezzogiorno.

 Paolo di Paolo ha poi fatto riferimento ad alcuni suoi esperimenti passati, in cui si recava a Campo de’ Fiori a Roma discutendo con i passanti delle trame dei suoi romanzi preferiti, senza però far riferimento ai titoli in sé. Ne è uscito fuori che le persone, pur non conoscendo le storie, si identificano con esse. Paolo Di Paolo ha affermato che «parliamo della letteratura come qualcosa di staccato dalla vita, lo diventa perché la intendiamo solo come uno studio», ma in realtà i libri narrano «vite che sono la tua».

 Durante l’ora di dialogo, il conduttore ha mostrato un filmato riguardante il suo esperimento sociale e anche un video musicale dei New Trolls che suonano Quella carezza della sera, brano della fine degli anni ‘70, in cui Paolo Di Paolo ha visto alcune analogie tra gli scritti di Proust e la canzone. Ha infine narrato di quando si è calato, in uno dei suoi esperimenti, nei panni di Ms Dalloway ed andò lui stesso a comprare i fiori per una festa, così come quando riuscì a discutere di Delitto e castigo con un giovane egiziano che non conosceva bene l’italiano.

 Anello di chiusura è stato nuovamente Marcel Proust, e la sua capacità di far viaggiare il lettore, come tutti i suoi colleghi scrittori. Ha infatti concluso Paolo Di Paolo che «finché la fisica non trova un altro metodo per viaggiare nello spazio-tempo, a farlo è la letteratura».

Giovanni Lo Schiavo, Liceo classico Tasso IVD