Il 23 giugno il Duomo ha ospitato un vastissimo pubblico, che ha voluto assistere all’incontro con Niccolò Ammaniti, condotto da Diego De Silva. Ammaniti ha dialogato con i presenti raccontando le sue ultime esperienze, iniziando a parlare del suo penultimo romanzo, Anna, e arrivando al suo ultimo capolavoro.

Il romanzo che ha presentato durante l’incontro si intitola La vita intima e si discosta, come hanno detto sia De Silva che lo stesso Ammaniti, dalle precedenti opere dell’autore. Il romanzo non parla di bambini, ma di Maria Cristina Palma, una donna dotata di una bellezza estasiante, che però è incapace di valorizzare.

Prima di descrivere La vita intima, Ammaniti ha divertito il pubblico descrivendo cosa è successo dopo la pubblicazione del suo precedente romanzo. Lo scrittore ha raccontato che era sua intenzione cambiare lavoro e farsi nuovi amici. Ha descritto il dialogo che ebbe con uno specialista, il quale gli consigliò esattamente cosa lui già sapeva. Poi è arrivata una telefonata che ha migliorato le sue giornate: gli hanno proposto di dirigere una serie tratta dal romanzo Anna. Ammaniti ha visto in questa opportunità la possibilità di dare una svolta alle sue giornate. Ha poi ricordato l’interruzione delle riprese a causa della pandemia, e l’ordine che diede a tutti gli attori più piccoli: non crescete!

La bellezza dello spettacolo con Niccolò Ammaniti è stata la sua capacità di coinvolgere il pubblico, raccontandogli le sue paure e i dubbi. Ha raccontato di quando, facendo le audizioni per il cast di Anna, un bambino di nome Giovanni gli chiese perché non fosse più scrittore. La risposta di Ammaniti fu: «Boh, forse per giocare insieme».

Terminata la digressione su Anna, Ammaniti ha parlato dell’ultimo romanzo, in cui «la protagonista compie un percorso mirato alla paura» nel quale «la vergogna è tale che inibisce la parola». Con questo libro, Ammaniti ha detto di voler cambiare la sua tipica routine, visto il momento di speculazione al quale si era dedicato dopo la serie televisiva e durante la pandemia.

Per concludere l’incontro, De Silva ha chiesto allo scrittore una definizione di malinconia, presente nella chiusura del libro, e Ammaniti l’ha descritta come un qualcosa che «si prova ad un certo punto quando la nostra vita prende una direzione dopo che abbiamo intrapreso delle scelte, dopo che abbiamo aperto delle porte». Una cosa brutta della vecchiaia, ha terminato Ammaniti, è che «vivi la quotidianità».

Giovanni Lo Schiavo – IVD Liceo classico Tasso Salerno