«Per me la felicità è immaginare che la gente in Italia si svegli e inizi ad alzarsi dal divano, cominciando ad avere la consapevolezza che siamo ormai a un bivio. L’Italia è un grande Paese con un enorme potenziale e tutte le carte in regola grazie anche a un presidente del Consiglio che è tra i maggiori statisti in Europa. Felicità è se sparissero i populisti demagogici». Alan Friedman, autore de Il prezzo del futuro (La nave di Teseo) è stato protagonista di uno dei più partecipati incontri al Duomo di Salerno Letteratura dal titolo “Perché l’Italia rischia di sprecare l’occasione del secolo”. Una riflessione sui festival, «oggi più che mai necessari, perché c’è troppa poca cultura nelle piazze e il progetto che Ines Mainieri porta avanti da dieci anni è in questo senso esemplare. Da autore mi piace sempre sentire l’opinione della gente e non degli opinion leader e delle caste». In compagnia di Vincenzo Senatore Friedman ha ragionato sul futuro dell’economia italiana, sui danni che la guerra in Ucraina porterà sul sistema e di emergenza energetica e transizione ecologica. Le riforme di Draghi basteranno per modernizzare il Paese in cinque anni? E quali sono i rischi dopo le elezioni del 2023? Friedman ha toccato temi cruciali dell’attualità guardando ai mutamenti della società con un occhio sempre attento. L’Italia ha le abilità e i mezzi per riemergere più forte dopo anni di crisi, ora deve dimostrare di volerlo davvero, il suo monito. Il prezzo del futuro è una guida per evitare i pericoli e le trappole di un percorso accidentato e imboccare la strada giusta, ma anche per riflettere sul passato e cercare di non ripetere gli stessi errori.