Si chiama Seminaria Sogninterra il primo documentario prodotto da Duna di SaleSalerno Letteratura dedicato ad una associazione che, da dieci anni, promuove l’arte contemporanea nella sua funzione sociale. Ambientato nel borgo medievale di Maranola, in provincia di Latina, il documentario sarà presentato, fuori concorso, sabato 30 ottobre nell’ambito del programma di Linea d’Ombra. L’appuntamento è presso la sala Pasolini alle ore 17.30, all’interno di un evento che prevede una doppia proiezione. Il progetto, nato da un’idea di Daria Limatola, presidente dell’associazione Duna di Sale, si propone come il resoconto di un’esperienza, una narrazione senza tempo, un invito al confronto con l’arte contemporanea che poi è l’assunto da cui parte Seminaria – Sogninterra, associazione culturale nata nel 2011 che realizza l’omonimo evento a Maranola, un’atipica biennale dove creazione e fruizione dell’opera d’arte muovono i passi e si sviluppano nel dialogo con il territorio e il tessuto sociale. “Quando Daria Limatola ha condiviso con me questa suggestione – ha spiegato il regista Raffaele Morrone, in arte Ivars Huxly – ho immediatamente realizzato che avremmo vissuto un’esperienza diversa dal solito. Non solo perché ci siamo ritrovati in un incantevole borgo medievale sospeso tra il mare e la montagna, ma soprattutto perché abbiamo avuto l’opportunità di sperimentarci insieme a una eterogenea comunità di artisti. Il nostro è stato un lavoro di osservazione. Non abbiamo privilegiato la chiave della narrazione cronologica, bensì quella della relazione tra i lampi di arte contemporanea che erano capaci di dialogare con il contesto sociale. In quest’ottica il documentario ha un taglio autoriale, perché come spiega molto bene l’artista Carlo De Meo, l’obiettivo è quello di avere un rapporto più semplicistico e meno traumatico con l’arte contemporanea che continua ad essere sempre un grande mistero e deve rimanere un grande mistero, ma allo stesso tempo togliere quella paura e dare quel messaggio che alla fine c’è poco da capire, ma c’è molto da sentire”. A supportare il lavoro del regista, Elio Di Pace che ne ha curato le riprese, e Guglielmo Lipari. Tra i progetti realizzati da Seminaria, oltre alla Biennale di arte ambientale, un museo diffuso in continua crescita, con alcune opere rimaste come tracce permanenti del festival nel borgo, interventi d’arte pubblica in dialogo con istituzioni e festival internazionali, progetti didattici con le scuole, workshop con bambini e adulti, giornate studio, eventi artistici, musica e teatro in collaborazione con diverse realtà, tra cui il festival Salerno Letteratura, a cui Seminaria ha preso parte nel 2020 con la partecipazione di Franz Cerami e Isabella Indolfi. La sfida che Seminaria propone agli artisti è quella di creare nuove mappe geografiche, in base ad identità che mutano al variare delle coordinate spazio-temporali, delle accumulazioni mnemoniche e delle angolazioni personali che, un passo dopo l’altro, collezionano durante la residenza a Maranola. L’invito ai visitatori è quello di lasciarsi coinvolgere in un percorso espositivo insolito, un attraversamento in cui perdersi e riconoscersi, in un continuo gioco fra scena e retroscena, dove fra luoghi pubblici e privati è possibile assistere al dischiudersi incessante di immagini e racconti. Questa sfida, l’ennesima, hanno voluto affrontarla anche Duna di Sale e Salerno Letteratura, raccontando, questa volta per immagini, l’esperienza immersiva di chi rende tangibile al pubblico l’arte contemporanea, proprio come il festival salernitano fa con la letteratura.