Alle 17 all’Archivio di Stato, SCUOLA DI LETTURA ELSA MORANTE E IL MARE DELLA SCRITTURA. Seminario su Elsa Morante con Gea Finelli, autrice di Nel mare di Elsa (Nutrimenti). Modera Filippo La Porta. La storia mai raccontata del tempo procidano di Elsa Morante. Perché e quando Elsa Morante approda sull’isola di Procida? E quanto vi resta? In compagnia di chi? E soprattutto, da quali incontri, quali suggestioni, trae ispirazione per scrivere il suo capolavoro L’isola di Arturo? Le testimonianze inedite di chi ebbe il privilegio di conoscerla, o di scrutarla di nascosto, durante il suo soggiorno sull’isola, ci ripropongono la magica fusione alchemica tra un territorio e un’anima, entrambi impetuosi e fragili.

Alle 18.30 alla chiesa dell’Addolorata, CLASSICA LUCREZIO MON AMI. Incontro con Ivano Dionigi, autore di L’apocalisse di Lucrezio (Raffaello Cortina). Conduce Gennaro Carillo. Con il suo messaggio rivoluzionario, Lucrezio irruppe nella conservatrice Roma repubblicana del I secolo a.C. Politica, religione e amore, secondo lui, erano costruzioni della mente, forme di alienazione e fonti di infelicità: indossavano una maschera e nascondevano la realtà. Qual era la via d’uscita? Lucrezio non aveva dubbi: “la scienza della natura”. Questa, secondo lui, consentiva la rivelazione, quell’apocalisse (apocalypsis vuol dire, appunto, rivelazione) che dalle tenebre dell’ignoranza ci porta alla luce della ragione, evidenziando verità rasserenanti: non esiste un aldilà con le sue pene e paure; un’unica legge governa tutte le cose; gli innumerevoli universi stanno in equilibrio grazie al bilanciamento di forze uguali e contrarie; il mondo è leggibile perché le singole realtà sono ordinate secondo i principî della scrittura e della grammatica; la forma più nobile di pietà è contemplare il tutto con mente serena. È facile comprendere perché il De Rerum natura, lo scandaloso poema di Lucrezio, a lungo vittima della congiura del silenzio, abbia cambiato il volto della cultura europea e continui a parlare ancora di e a noi.

Alle 18.30 a Palazzo Fruscione, STORICA STORIA DELL’ITALIA ANTIFASCISTA. Incontro con Simona Colarizi, autrice di La resistenza lunga. Storia dell’antifascismo 1919-1945 (Laterza). Conduce Piero Cavallo. Dopo la resa dell’Italia l’8 settembre 1943, la lotta armata degli antifascisti rappresenta l’ultimo capitolo di una lunga resistenza al fascismo durata oltre venticinque anni. L’eroica battaglia dei partigiani, in questo tragico epilogo del conflitto mondiale diventato guerra civile, ha parzialmente oscurato la storia completa dell’antifascismo, eroica quanto i diciotto mesi resistenziali. La resistenza, iniziata nel 1919, ha comportato feriti e caduti sotto i colpi degli squadristi, e continuata dopo il 1922 nella clandestinità, nell’esilio, nelle carceri e al confino. Gli antifascisti, condannati a vita, hanno sacrificato tutto ma non si sono arresi. Invisibili agli occhi degli italiani sotto dittatura, non sono rimasti passivi: si sono rinnovati nei valori e programmi politici, confrontandosi con cattolici, liberali e democratici, e trasmettendo ideali antifascisti alle giovani generazioni.

Alle 19 al Museo Diocesano, SGUARDI SUL MONDO ATTUALE / ECONOMIA METAMORFOSI DELL’IMPRESA. Continua la riflessione sulla letteratura d’impresa e sull’importanza di valorizzare i messaggi dei protagonisti del mondo economico per affermare una nuova visione di sviluppo, fondato sull’equilibrio tra le esigenze del mercato e i principi di sostenibilità, solidarietà e coesione sociale. Intervengono Antonio Ferraioli, presidente di Confindustria Salerno, Andrea Prete, presidente di Unioncamere e della CCIAA di Salerno, e Vincenzo Boccia, presidente Luiss School of Government. Introduce e modera il dibattito Nicola Saldutti, caporedattore Economia Corriere della Sera. A seguire PREMIO LETTERATURA D’IMPRESA. Promosso da Festival Città Impresa-ItalyPost, il Premio si propone di favorire le produzioni editoriali che raccontano la peculiarità del mondo produttivo italiano, con la finalità di promuovere una “nuova narrazione” dei sistemi imprenditoriali ed una moderna cultura d’impresa. La cinquina finalista dell’edizione 2024: Il pozzo delle bambole di Simona Baldelli (Sellerio). Licenziate i padroni di Marco Bentivogli (Rizzoli). Michele Ferrero di Salvatore Giannella (Salani). La modernità malintesa di Giuseppe Lupo (Marsilio). Verità di famiglia. Riscrivendo la storia di Alberto Mondadori di Sebastiano Mondadori (La nave di Teseo). A Salerno Nicola Saldutti dialogherà con gli autori Simona Baldelli e Sebastiano Mondadori.

Alle 19 nello spazio Matteotti SPAZIO RAGAZZI IL LIBRO SI FA IN QUATTRO. Incontro con Davide Calì, autore di Un lavoro facile facile (Biancoenero). Conduce Daria Limatola. Siamo nella periferia di Parigi, ma potremmo essere nella periferia di qualsiasi altra città d’Europa o d’Italia, perchè certe cose succedono qui come lì. Purché beninteso ci sia uno zoo, perché nella storia che Calì ha scritto per noi gli ingredienti sono: due amici, i loro cari e un rinoceronte che vive, appunto, in uno zoo. Ne viene fuori un racconto divertente, a tratti surreale, che fa ridere e riflettere allo stesso tempo. In perfetto stile Calì. Perché dico che lo ha scritto per noi? Perché questo libro è stato realizzato per il progetto Il libro si fa in quattro, frutto della collaborazione tra Duna di sale/SalernoLetteratura, Campania Libri festival, Biancoenero edizioni e tutte le classi che hanno partecipato al progetto grazie al programma Orientalife coordinato dall’Ufficio Scolastico Regionale della Campania. Il progetto è realizzato col sostegno della Regione Campania e Fondazione Campania dei Festival.

Alle 19.15 al Duomo, VERIFICA DEI POTERI / POLITICA BERLINGUER IN SALSA PICCANTE. Incontro con Marcello Sorgi, autore di San Berlinguer (Chiarelettere). Conduce Guido Pocobelli Ragosta. Enrico Berlinguer, segretario del PCI dal 1972 al 1984, è una figura chiave della Prima Repubblica. Marcello Sorgi ne ripercorre la carriera politica, dalla strategia del “compromesso storico” con Aldo Moro e i governi di solidarietà nazionale presieduti da Andreotti, al distacco dall’Unione Sovietica dopo il colpo di Stato in Polonia del 1981. Sorgi analizza le elezioni del 1976, in cui il PCI ottenne il 34,37%, e la morte prematura di Berlinguer, colpito da ictus durante un comizio a Padova. Il libro contrappone storia e leggenda, cronaca e agiografia, con testimonianze di figure come Occhetto, D’Alema, Ferrara e Veltroni. Esplorando la leadership di Berlinguer, Sorgi invita a riflettere sul motivo per cui la sinistra italiana vive ancora nella sua ombra.

Alle 19.30 nella chiesa dell’Addolorata, FILOSOFIA BISOGNA PROVARE A VIVERE. Incontro con Maurizio Ferraris, autore di Imparare a vivere (Laterza). Conduce Gennaro Carillo. Un incidente banale e la vita sembra darci un avviso, suggerirci che tutto quello che avevamo ritenuto stabile, assodato, potrebbe andare in pezzi. Che forse non abbiamo ancora imparato a vivere. È proprio in quel momento che vale la pena di provarci ancora una volta, sperando che il vento si levi, disincagliandoci dalla secca in cui siamo finiti. È da questo inciampo che il filosofo Maurizio Ferraris riflette sull’esistenza e sulle esperienze che ci formano. Vivere, sopravvivere, convivere: queste stazioni ci portano a considerare il nostro intero percorso. Nel momento in cui ci si ferma, la galassia di sentimenti e risentimenti che emergono è fatta dalla memoria delle cose vissute nel passato, nel proprio intimo, attraverso gli altri, intrecciata alle cose apprese anche attraverso la vita scritta, i libri, la letteratura. Da Montaigne a Hemingway, questo libro ci offre una panoramica emozionante e ricca di spunti.

Alle 19.30 a Palazzo Fruscione, FINZIONI LA CAPA GIRA ANCORA. Incontro con Andrea Piva, autore di La ragazza eterna (Bompiani). Conduce Corrado De Rosa. Renata, donna straordinaria per bellezza e intelligenza, ha sempre mantenuto un rapporto atipico con Boccia, che accetta il matrimonio di lei con un altro. Un giorno, Renata si presenta da Boccia a Bari, rivelando una diagnosi terminale e chiedendo aiuto. Nonostante la malattia, Renata si immerge nella vita mondana barese. Boccia, psichiatra, considera una terapia psichedelica illegale per alleviare la sofferenza di lei, convinto della sua efficacia. Il romanzo esplora la psiche umana, le sue sofferenze e possibilità di apertura. È una storia d’amore e un viaggio interiore, parallelo ai misteri eleusini di morte e rinascita, raccontata con umorismo irresistibile.

Alle 19.30 all’Arco Catalano, CLASSICA SULL’INSENSATO GIOCO DI LEGGERE. Incontro con Guido Vitiello, autore di La lettura felice. Conversazioni con Marcel Proust sull’arte di leggere (Il Saggiatore). In collaborazione con Campania Libri Festival, Conduce Massimo Adinolfi. Marcel Proust nei primi anni del Novecento cominciò a tracciare del lettore, e del proprio essere lettore, un ritratto nuovo: chi ha appreso l’arte di leggere non la eserciterà solo sulla carta, ma anche sul mondo – sulle persone, sugli amori, sui casi della vita. Si esporrà così a tutte le gioie, ma anche a tutti i rischi insiti nell’«atto psichico originale chiamato lettura»: le incomprensioni, gli equivoci, le interpretazioni deliranti, le palpitazioni della suspense. L’incantesimo della lettura felice può trasformarsi allora in un tormentoso sortilegio. Più di un secolo dopo, partendo dalle Giornate di lettura proustiane, Guido Vitiello torna a riflettere sul mestiere a tempo pieno del lettore. In un dialogo fittissimo con il suo fantasmatico interlocutore – che spesso interrompe, incalza e contraddice – cerca di rispondere a una domanda che lo assilla, e che ci assilla tutti: che ne sarà della lettura in un’epoca in cui tutto cospira a distrarci dalle pagine?

Alle 20.15 al Duomo, PREMIO SALERNO LIBRO D’EUROPA. Con Pierre Adrian, autore di I giorni del mare (Blu Atlantide), A.K. Blakemore, autrice di Le streghe di Manningtree (Fazi) e Raphaela Edelbauer, autrice di La terra liquida (Rizzoli). Letture di: Brunella Caputo, Laura Calabrese, Fortuna Cuomo, Gabin Dante Pagnotta Salvatore. Conduce Daria Limatola. In Bretagna, un giovane uomo torna dopo molti anni nella casa di famiglia per l’estate. Apparentemente nulla è cambiato: gli stessi volti dei parenti, i giochi dei bambini e il mare impetuoso. Tuttavia, una malinconia dolce e cristallina pervade tutto, mescolandosi al tempo imprevedibile di Brest. Tra pomeriggi in spiaggia, feste, amori estivi e l’amicizia con un cugino più giovane, il protagonista percepisce il cambiamento. Alla fine dell’estate, arriva il momento di crescere e diventare adulto. I giorni del mare di Pierre Adrian esplora la nostalgia e la speranza, rivelando il significato di amare e appartenere. Inghilterra, 1643. Durante la guerra civile, a Manningtree, Essex, le donne sono lasciate a se stesse mentre gli uomini sono in guerra. Rebecca West, giovane figlia di una vedova, vive faticosamente tra malelingue e miseria. L’arrivo di Matthew Hopkins, un curioso locandiere, sconvolge la comunità. Il suo sguardo si posa sulle donne più umili, ponendo domande inquietanti. Quando un bambino si ammala e parla di congreghe, il sospetto cresce. Le streghe di Manningtree racconta una comunità lacerata dal sospetto e dal crescente potere degli uomini, con una scrittura magistrale che ha rivelato il talento di A.K. Blakemore. A Vienna, una giovane fisica teorica, Ruth, riceve una telefonata all’alba: i suoi genitori sono morti in un incidente stradale. Scopre da una zia il loro desiderio di essere sepolti a Groß-Einland, un paesino della Bassa Austria di cui ignorava l’esistenza. Arrivata lì, trova un luogo dominato da un castello imponente e governato da una contessa eccentrica che lo vuole inaccessibile. Sotto il paese si apre una voragine misteriosa, fonte di crolli e deformazioni spaziali. Gli abitanti sono reticenti a parlarne. Ruth deve risolvere l’enigma di questa città morente, un mistero che affonda le radici nella storia del Novecento. Con il suo romanzo d’esordio, Raphaela Edelbauer si è affermata come uno dei maggiori talenti letterari europei.

Alle 20.30 al Museo Diocesano, STORICA OCCIDENTE? CI METTO LA FIRMA. Incontro con Alessandro Vanoli, autore di L’invenzione dell’Occidente (Laterza). Conduce Eduardo Scotti. Nel 1494, a Tordesillas, veniva fi rmato un trattato tra Spagna e Portogallo che divideva il mondo in due e inventava l’Occidente come spazio, comunità e cultura. Mai nessuno si sarebbe potuto aspettare che una semplice firma avesse conseguenze così gigantesche e durature. Questa è la storia di come, tra medioevo ed età moderna, le società europee spinsero le proprie ambizioni sempre più verso l’oceano e così facendo trasformarono l’idea che esse avevano dell’Ovest: quella che era una direzione divenne poco alla volta uno spazio pensabile. In un momento in cui tutto questo appare ormai largamente messo in discussione, forse vale la pena riprendere il discorso da capo e chiedersi come si sia giunti alla nostra idea di Occidente. Come una direzione geografi ca ha fatto nascere e maturare un’idea di appartenenza. Quel che non possiamo fare è darlo per scontato. Pensare che noi si sia davvero da sempre così, che la nostra storia, la nostra cultura e la nostra civilizzazione corrispondano da sempre a quello spazio indistinto con i piedi in Europa e la testa nell’Atlantico: quell’Occidente che in questo secolo faticoso appare sempre più diffi cile da stringere nelle nostre idee e nelle nostre mappe.

Alle 20-30 alla chiesa dell’Addolorata, MERIDIANO K KAFKA VECCHIO E NUOVO. Luca Crescenzi e Francesco Fiorentino in dialogo. Conduce Gennaro Carillo. La sezione dedicata a Kafka, prendendo a pretesto il centenario della morte, s’intitola Meridiano K. La parola ‘meridiano’ va intesa in due sensi. Il primo è geografi co: un arco immaginario, una linea di longitudine. Kafka è un meridiano a sé stante, che congiunge punti non identifi cati. Qualunque domanda sulle fonti di Kafka, sull’origine delle sue storie, così remote da qualunque realismo descrittivo, è dunque destinata a rimanere senza risposta. È l’esito di un processo di astrazione, di scarnifi cazione, che riduce il racconto ai suoi elementi primi. La seconda accezione di ‘meridiano’ richiama invece un’occasione editoriale: l’uscita imminente di un Meridiano Kafka, per la cura di Luca Crescenzi (già autore di memorabili commenti a Mann), il quale dialogherà con un altro germanista insigne, Francesco Fiorentino.

Alle 20.30 a Palazzo Fruscione, FINZIONI INSIDE ROSA (LA ROSA DELLA STRAGE DI ERBA). Incontro con Alessandra Carati, autrice di Rosy (Mondadori). Conduce Corrado De Rosa. Erba, 8 gennaio 2007: Rosa Bazzi e Olindo Romano salgono su una volante con l’accusa di aver ucciso quattro vicini di casa e ferito uno. Alessandra Carati incontra Rosa in carcere e tenta di capire la sua complessa personalità. Attraverso incontri settimanali, scopre le sue radici familiari, la dipendenza da Olindo e il difficile adattamento alla detenzione. Dopo aver cercato di capirla, si rende conto che Rosa sfugge a qualsiasi racconto e che la vera identità si trova nel suo passato e nelle sue relazioni. Alla fine, emerge una nuova immagine di Rosy, contraddittoria e indecifrabile.

Alle 20.30 all’Arco Catalano, FINZIONI NERO COME IL SANGUE. Incontro con Vladimiro Bottone, autore di Il peso del sangue (Solferino). Conduce Antonella Trotta. Nella Torino del 1944 Myriam Pescarolo, giovane ebrea, sfugge alla deportazione ma vaga disperata senza documenti. Troise, funzionario dell’OVRA, la salva da un linciaggio e decide di nasconderla e procurarle documenti falsi. Nasce una relazione ambigua tra loro. Myriam resiste a rinnegare le sue origini, specialmente dopo una lettera che avverte del tradimento di un correligionario. La storia di Myriam e Troise si intreccia con quella dei fratelli Alberganti, resistenti, e di Carlo Musso, confidente di Troise, che viene smascherato e ucciso. Abbiamo rivelato già troppo di questo romanzo magnifico. Il peso del sangue esplora amore e inimicizia sullo sfondo della Grande Storia.

Alle 21.30 all’Arco Catalano, INCANTO / POESIA I TOLKI. Incontro/reading con Ida Travi. Conduce Carmen Gallo. Ida Travi è una delle voci più originali, ipnotiche e immaginifiche della poesia italiana contemporanea. In questo reading ci accompagna nelle avventure dei Tolki – le creature “parlanti” che popolano da decenni la sua ricerca poetica, ora raccolta in un volume molto atteso per il Saggiatore. “Esseri sacri e miserabili, misteriosi e semplici”, intimamente “marchiati dal linguaggio”, i Tolki parlano come atto di resistenza, e ci parlano da un mondo estraneo, marginale; simile al nostro quanto basta per coinvolgerci e disorientarci. Il linguaggio è il protagonista assoluto di questa poesia dalla straordinaria qualità vocale, tanto immediata quanto impegnata nell’esplorazione dell’umano ai confini dell’umano.

Alle 21.30 al Duomo, FINZIONI LA CALUNNIA NON È UN VENTICELLO, È UNA TEMPESTA. Incontro con Ilaria Gaspari, autrice di La reputazione (Guanda). Conduce Gennaro Carillo. Nella Roma degli anni Ottanta, la boutique Joséphine è un angolo di Parigi nel cuore dei Parioli: gli affari vanno a gonfie vele grazie al fiuto della proprietaria, Marie-France. Il suo entusiasmo contagia l’indecifrabile socio Giosuè e le tre ragazze che lavorano per lei. Tutto procede per il meglio, finché Marie-France non ha un’idea che si rivelerà catastrofica: aprire una linea per adolescenti. Giorno dopo giorno, la superficie della serenità comincia a incrinarsi. Compaiono messaggi in codice, minacce, e intorno alla boutique si diffonde una calunnia infamante che non risparmia nessuno. Nel quartiere cresce l’ostilità verso Marie-France e i suoi. Una ragazzina scompare: c’è una relazione con quel che si dice in giro? Ilaria Gaspari indaga sul rapporto tra apparenza e identità, sul peso della maldicenza e sulla difficile conquista della maturità.

Alle 22, al Museo virtuale della Scuola Medica Salernitana, MERIDIANO K / CINEMA DAS SCHLOSS. IL CASTELLO. Proiezione di Das Schloss, regia di Michael Haneke, Austria, 1997, 123 min. In collaborazione con Linea d’Ombra Festival. Introduce Peppe D’Antonio. In un villaggio isolato e innevato, arriva K., l’agrimensore chiamato dal Castello per effettuare alcune misurazioni. L’uomo è accolto con ostilità e non riesce a inserirsi nel complesso universo che circonda il Castello, regolato da leggi ferree ma incomprensibili. Il film di Haneke, maestro del cinema austriaco contemporaneo, è stato poco visto in Italia, se non alla sedicesima edizione del Torino Film Festival e nella retrospettiva dedicatagli dalla Cineteca di Bologna. Significativa la scelta del regista di lavorare sul testo originale di Kafka e non sulla versione di Max Brod. Scelta che dichiara la fedeltà all’autore praghese, mantenendo volutamente la frammentarietà del testo originale, facendo di quest’ultima il segno autentico della modernità. “Kafka, fra tutti gli autori, – ha dichiarato il regista – è quello che più mi fa male; perché le sue figure, pur in un mondo senza sole, sono quelle che gettano le ombre più lunghe”.

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