Camminare a piedi, perdersi tra vicoli e piazze, lasciandosi ispirare da seduzioni letterarie. Perché la camminata è un genere letterario, come dimostra l’ultimo libro di Francesco Rutelli Roma, camminando (Laterza) presentato nell’ultima giornata del festival Salerno Letteratura. In compagnia di uno dei direttori artistici, Paolo Di Paolo, negli spazi del Duomo, Rutelli ha ripercorso un filone che ha sedotto tanti letterati da Baudelaire a Benjamin, la flanerie che rappresenta uno sguardo particolarissimo e sensibile per narrare le cose che ci circondano. Si parte da dove tutto ha avuto origine, il Tevere per guardarlo con occhi totalmente nuovi, in tutto il suo stupore di verità. È da qui che partono le infinite stratificazioni di questa città; dei millenni di cultura, potere e bellezza che si sono succeduti sovrapponendosi e mai elidendosi. Ben diciotto itinerari a tema che permetteranno ogni volta di scoprire un aspetto diverso della città eterna, dalla via Tuscolana per conoscere gli acquedotti che la attraversano e le scenografie romane negli Studi di Cinecittà, fino alla via Francigena per ritrovare i panorami che per secoli i pellegrini ammiravano al termine del loro viaggio o, ancora, i Fori per scoprire i luoghi della politica della Roma antica. Sul tema della decima edizione, Rutelli è stato chiaro: è difficile parlare di felicità quando abbiamo alle porte dell’Europa una guerra che rischia di avere risvolti ancora più drammatici degli attuali, in particolare per chi è figlio di genitori che i conflitti bellici li hanno vissuti sulla propria pelle e mai avrebbe immaginato di trovarsi nuovamente a fare i conti con questo orrore. E la rivoluzione? È quella dei diritti che dovrebbero essere, finalmente, un dato scontato per tutti.