Ripartire dalla cultura. Ma con un pizzico di scaramanzia che non guasta mai. Il simbolo dell’edizione 2021 di Salerno Letteratura, firmato come di consueto dal graphic designer Peppe Durante, anima di Opera Design, sarà infatti il peperoncino. Introdotto nel 1500 nel vecchio mondo, a bordo delle caravelle di Colombo, con una storia antichissima che affonda le sue radici nel 5500 a.C., quando in Messico veniva adoperato per conservare alimenti e curare dolori reumatici, quello reinventato per la più grande kermesse letteraria del Sud Italia, strizza l’occhio alla inconfondibile cifra stilistica di Andy Warhol e della pop art. Declinato in diverse varianti cromatiche, accompagnerà la nona edizione di un festival che ha sempre avuto la capacità di guardare oltre i confini nazionali, ma conservando ben salde le proprie radici. E di radici e territorio, di mito e leggenda, di storia e di cultura, profuma il “pepe cornuto” scelto come teaser. Gli scatti di strani personaggi cornuti hanno infatti invaso le mura della città già da giorni: figure apotropaiche immortalate qualche anno fa tra le stanze del Museo di Etnografia e Folklore Raffaele Corso di Palmi, riconosciuto dall’Unesco museo di importanza internazionale per la sua vocazione estetica e simbolica delle culture subalterne. Figurine “anti iella” che si sposano con grazia al tema dell’edizione di quest’anno, le occasioni. Un omaggio al grande poeta Eugenio Montale, ma anche lo spunto per riflettere sulle opportunità che offre la cultura, in particolare in un periodo storico come quello che stiamo vivendo. Non è la prima volta che il peperoncino inciampa nella letteratura. L’8 marzo del 1931, Filippo Tommaso Marinetti inaugurò la Taverna Santo Palato con un antipasto a base di peperoncini verdi contenenti bigliettini con frasi futuriste. E il Vate abruzzese Gabriele D’Annunzio lo celebrò nella sua Ode al diavolocchio, una ricetta in versi di uno squisito brodetto a base di scorfano, merlango, cefalo e rombo insaporiti con timo, erbette e l’immancabile spezia afrodisiaca. Con Durante il peperoncino parla una lingua contemporanea. Fatta di speranza, di capacità di costruire, di sviluppo, di ripartenza, di brio, di seduzione, di colore. Un’esplosione di colore, che come una lingua di fuoco prova a purificare e a gettare le basi per la rinascita.