Stiamo entrando sempre di più nel vivo di Salerno Letteratura Festival e, presso la chiesa dell’Addolorata, Silvia Romani, autrice di Omero, delle armi e del vero amore (Il Mulino), ha presentato al pubblico una lettura del VI canto dell’Iliade esaminata in tutti i suoi aspetti perché, come afferma l’autrice, è un canto che tratta oltre alla guerra temi fondamentali come l’amore, tema a lei caro. L’incontro è condotto da Ester Cafarelli che pone diverse domande a Silvia, tra cui l’incontro tra Glauco e Diomede facendo riferimento alla similitudine delle foglie. L’autrice spiega che oltre al tema della caducità della vita, ripreso da molti poeti, il vero terrore è rimanere nell’anonimato, di essere una foglia che non si riconosce rispetto alle altre. Un altro tema trattato è la figura di Elena che in questo canto, afferma Silvia, ci fa molto riflettere: è presentata come se fosse sempre in lutto e, inoltre, si autolesiona verbalmente definendosi “cagna”. Si è fatto anche riferimento al piccolo Astianatte, prima vittima innocente di tante guerre in cui l’umanità si rende protagonista. Poi l’incontro è continuato su invito della presentatrice con una riflessione sull’episodio dell’incontro tra Ettore e Andromaca che costituiscono un marito e moglie che, a parere dell’autrice, si scambiano la promessa più bella di tutta la cultura occidentale. Infine, l’autrice ha voluto sottolineare l’importanza di questo legame facendo riferimento alla copertina del libro che rappresenta un busto in pietra con due volti che non sono separati tra loro. L’incontro si è concluso con alcune domande sul tema omerico da parte del pubblico.

Claudio Santoro IV H Liceo Classico Tasso Salerno