É da poco calato il sole a Salerno, ma nell’atrio della sua Cattedrale non è mancata la luce, per dar via alla serata la cui protagonista è stata la scrittrice Daria Bignardi, accompagnata da Raffaella Silvestri e Rosanna Carpentieri. Manca solo Paolo Di Paolo che, con un suo videomessaggio, ha fatto sentire comunque la sua presenza a questa dodicesima edizione del festival. L’autrice ferrarese ha presentato al numeroso pubblico il suo libro: “Ogni prigione è un’isola”, raccontando quelle che da trent’anni sono le sue esperienze con il carcere e con chi lo vive quotidianamente, da coloro che hanno commesso reati di qualsivoglia tipo, dal piccolo ladro al terrorista e all’assassino, per arrivare successivamente a chi in carcere ci lavora. Storie di agenti di polizia penitenziaria, giudici, direttori d’istituto, per poi diventare lei stessa un “articolo 78”, autorizzata a collaborare alle attività culturali nei luoghi di reclusione.

Il carcere è un luogo che rappresenta la società in cui viviamo” dichiara la scrittrice, spiegando poi quelli che sono i problemi e le difficoltà che caratterizzano questi luoghi, che pur nascendo come luoghi dediti alla rieducazione e al reintegro in società, diventano una sorta di scuola per criminali, portando chi ci entra a uscirne ancor peggio e, quindi, destinato a tornarci.

Forse arrivò il momento in cui, chi è incaricato alla gestione di questi luoghi, dopo aver letto il libro della Bignardi, si ponga due domande giuste?

Giuseppe Fiorillo V E Liceo classico T. Tasso Salerno