«La rivoluzione può dare la felicità. E attualmente c’è qualcosa di rivoluzionario nel clima che respiriamo, le rivoluzioni sono importanti affinché cambi lo stato delle cose». Parola di Maylis de Kerangal, ospite di Salerno Letteratura. «La rivoluzione comporta rapidità, brutalità, cambiamento per il raggiungimento di un obiettivo. La rivoluzione è uno sconvolgimento». E la letteratura? «È condivisione, serve a cambiare le cose. Ho concepito Canoe come un romanzo in otto atti: al centro Mustang, romanzo breve, e intorno, come satelliti, sette racconti. Tutti si parlano, tutti sono collegati tra loro, e partono dallo stesso desiderio: sondare la natura della voce umana. Ho voluto intercettare una frequenza, cogliere un soffio, tenere una nota nel corso di tutto un libro dedicato a una tribù di donne. Donne di tutte le età, solitarie, sognatrici, volubili, ossessionate, o marginali. Sono loro che occupano tutto lo spazio. Soprattutto ho voluto andare in cerca della mia voce tra le loro, farla sentire nel modo migliore, trovare un ‘io’ più vicino.»
Come agili canoe dei grandi laghi, le voci dei racconti che attraversano gli otto racconti di Maylis de Kerangal compongono un originalissimo romanzo della vita umana che ha ammaliato la platea di Salerno Letteratura. Voci che ci guidano, ci confortano, sono onnipresenti.