Una sezione del suo ultimo libro, Exfanzia (Einaudi), si chiama Sotto la protezione di Pollicino. E non è un caso, perché di Pollicino, Valerio Magrelli, uno dei più importanti poeti della scena contemporanea, scrive da oltre vent’anni. «Questa volta ho deciso di utilizzarlo in maniera paradossale – ha spiegato l’autore ospite della prima giornata di Salerno LetteraturaPollicino è per antonomasia colui che si smarrisce e invece sono io a chiedergli la strada. Del resto sbaglio sempre strada e questo per me è un tutt’uno con la scrittura». A Magrelli ha voluto rendere omaggio l’artista salernitano GreenPino, anima della Fondazione Alfonso Gatto: questa mattina, infatti, nel rione Barbuti, sono tornati i murales con le parole del poeta romano. Un omaggio, segno di un legame forte che Salerno ha con Magrelli. Dalle liriche dedicate ai bagni alla felicità dell’assenza, chiaro omaggio a Penna, dall’accostamento dei ricordi intrisi della sua formazione classica agli oggetti d’uso comune, come i phon e Berenice, è emerso, grazie alla sapiente conduzione del direttore artistico Paolo Di Paolo, il ritratto di un intellettuale capace di arrivare all’umorismo e al sarcasmo sulle orme di tre grandi maestri Porta, Belli e Leopardi. Valerio Magrelli ha affrontato a piú riprese, in poesia e in prosa, il tema dell’infanzia, anche attraverso pagine autobiografiche. Questo è il suo libro della maturità, ma l’infanzia e l’adolescenza non scompaiono del tutto: vengono viste come in uno specchio. Immagini rovesciate da interpretare da un altro punto di vista e con altre prospettive. Infanzia e vecchiaia spesso convivono, come nella poesia in cui si dice: «Mi sento cosí impaurito e solo al mondo | che perdo gli oggetti, uno a uno. | Per farmi ritrovare da qualcuno? | O alleggerisco il carico | per non andare a fondo?».