E’ stato Carlo Galli, autore di “Democrazia, ultimo atto?” e “La destra al potere” uno dei protagonisti della seconda giornata di Salerno Letteratura, in compagnia di uno dei direttori artistici, Gennaro Carillo.

Si parla della lingua morta della democrazia e di come la si vede minacciata dal governo conservatore attualmente di maggioranza: si pensa che possa essere abbattuta per via di un presunto inneggiamento al fascismo, ma l’autore fa notare che è sbagliato pensare che le persone oggi al potere sono fasciste e si sono servite della democrazia per distruggerla, in quanto parliamo di conservatori democratici che si ne sono distaccati empiricamente da questo passato che non possono ripristinare, con una cesura che non è stata riempita da nulla.

Carillo ha fatto notare il rapporto ossimorico che presenta il fascismo con la democrazia, questo anche dimostrato dalle parole del filosofo Giovanni Gentile nel dare la definizione di fascismo: il fascismo ripudia la democrazia, perché “non si abbassa dei più”, ma proprio per questo motivo si traduce come la forma più pura di democrazia: entrando così in contrapposizione per arruffianarsi il popolo italiano.

L’autore quindi ha fatto notare che il centro della questione non è il fascismo, ma la somma di una serie errori.

Il ragionamento è poi finito sul presidente della Repubblica: l’autore ha fatto notare che il suo potere è occasionale, che è cresciuto quando si è bloccato il sistema politico italiano ed è lì che ci sono state delle difficoltà superate grazie al potere “estendibile o riducibile” di questa figura istituzionale.

In ultima fase l’argomento trattato è stato la crisi della democrazia in Italia, dato che la metà dei cittadini non si presenta a votare una persona dal pubblico ha chiesto come uscire da questa crisi, Galli ha fatto un excursus molto interessante partendo dal secondo dopo guerra, con i partiti della prima Repubblica che erano parte integrante del tessuto sociale per mostrarsi alle persone, perché all’epoca non avevano paura della società e non si limitavano a restare dietro lo schermo di un computer.

Andrea Farella V E Liceo classico Tasso Salerno