Salerno Letteratura ha chiuso la sua decima edizione con la rivoluzione musicale raccontata da Gino Castaldo. «Beatles o Rolling Stones?»: una domanda che perseguita intere generazioni e che ancora oggi fa incredibilmente discutere, mettendo a confronto chi si sente più in linea con Apollo o con Dionisio. Con questo parallelismo mitologico, Gino Castaldo gioca a mettere a confronto le due band nel suo libro Beatles VS Rolling Stones apollinei e dionisiaci pubblicato da Einaudi.
Ieri sera, nel chiostro della Cattedrale di Salerno, il giornalista ha coinvolto il pubblico con aneddoti e filmati ponendo la domanda, «chi di loro è davvero più rivoluzionario e trasgressivo, i quattro amici di Liverpool che nel videoclip Something si vedono ripresi con le quattro fidanzate, o gli Stones, che per contrapporsi all’immagine apparentemente sobria e dei Fab Four, incarnarono l’opposto, con la figura androgina di Mick Jagger e gli eccessi di Keith Richards?» Insomma, la mela o la linguaccia? Il concerto dei Beatles allo Shea stadium nel 1965, che fu il primo concerto in assoluto in uno stadio, o il concerto del 2006 a Copacabana dei Rolling Stones con più di un milione di persone? Se nel primo caso, a causa dell’inadeguatezza degli impianti d’amplificazione del tempo, i Beatles decisero di non fare mai più un concerto in uno stadio, perché tra urla di fan in delirio e spazi enormi, il pubblico poteva sentir ben poco della musica e dell’arte che i musicisti di Liverpool volevano esprimere, gli Stones, a Rio, come Satana, chiedevano al pubblico il sacrificio di annullarsi e ridursi a un granello di sabbia in cambio di estasi e felicità.
Lucy in the Sky with Diamond (acronimo di LSD) dei Beatles del 1967 o Simpathy for the devil degli Stones del 1968, una canzone di un’intelligenza incredibile, che ha poco a che vedere con il male e il satanismo, sottolinea Castaldo. Fatto è che un padre degli anni ’60 non avrebbe voluto la propria figlia in sposa con nessuno di loro, neanche con uno dei Baronetti, nonostante la Regina Madre si fosse letteralmente inchinata alla loro genialità musicale.
Ciò che sembra non sempre è: Mick Jagger più ponderato e calcolatore, probabilmente non avrebbe mai pronunciato la frase detta da John Lennon, «Siamo più popolari noi di Gesù Cristo, adesso. Non so chi morirà prima, il rock’n roll o il Cristianesimo». Così, la rivoluzione che pare terminare nel 1969, con l’ultima esibizione dei Beatles sul tetto degli uffici della Apple Corps, in assenza totale di pubblico, continua e ritorna “get back” come un fantasma a invadere ancora oggi i concerti sold out dei Rolling Stones che continuano ad esibirsi. Ieri, tra il pubblico di Salerno Letteratura c’era qualcuno reduce dal concerto di San Siro degli Stones, eppure, quando Gino Castaldo chiede di alzare la mano, i Beatles spopolano e stravincono, ancora una volta. «La rivoluzione la si fa a colpi di pace», disse John Lennon e continua «se è la musica a farla: essa si sovrappone a ogni gioco di potere. È eterna, come è rivoluzionaria quella di Battiato in Italia». Castaldo fa ascoltare a sorpresa un Cucurucucù live, pazzescamente rock degli anni ’80. Ecco, la felicità, l’idea di rivivere e rinnovarsi su quello che è stato creato dai grandi geni, così l’organizzazione di Salerno Letteratura chiede ufficialmente a Gino Castaldo di ritornare l’anno prossimo, con Battiato…chissà.

Valeria Saggese