“La Metamorfosi”, così si intitola l’opera principale di Franz Kafka, autore a cui è dedicata l’edizione 2024 di Salerno Letteratura: un concetto trasversale applicabile in numerosissimi campi. Si è circondati dal cambiamento, dalle “metamorfosi” e anche nel settore economico si notano continue trasformazioni: non a caso l’incontro che si è tenuto al Museo Diocesano, si intitola proprio “Metamorfosi dell’impresa”; ospiti Antonio Ferraioli (presidente di Confindustria Salerno), Andrea Prete (presidente Unioncamere e della CCIAA Salerno) e Vincenzo Boccia (ex-presidente di Confindustria e attuale presidente Luiss School of Government), con la conduzione di Nicola Saldutti, caporedattore economia Corriere della Sera.
“È fortemente sentita la necessità di accostare e congiungere la digitalizzazione e l’essere umano” afferma Ferraioli nel suo primo intervento. Il presidente di Confindustria Salerno mostra come il cambiamento sia insito nelle imprese, come la digitalizzazione crei una trasformazione sia nel mondo della produzione, sia nell’approccio ai mercati: a causa del ricambio generazionale viene, infatti, a crearsi una mutazione di interessi; ad esempio, la generazione X è vicina ad aspetti della realtà distinti da quelli della generazione Z o alpha, e così via. È un esempio calzante l’approccio all’intelligenza artificiale, che crea continuamente sommosse e dibattiti, spaventando molti e affascinando altri. L’essere umano, come sostiene Ferraioli, deve esplorare questo nuovo “mondo”, comprendendone i pericoli e assimilando le capacità necessarie per sfruttarlo a suo vantaggio; non a caso, gli imprenditori mirano a fondere il lavoro umano con i nuovi aspetti della digitalizzazione.
“La demografia impatta sulla geopolitica”, dichiara invece Andrea Prete; prima di lui già il filosofo positivista Auguste Comte sosteneva: “la demografia è il destino”, rimarcando così l’importanza dell’analisi delle tendenze demografiche per definire il futuro sviluppo della comunità, dell’economia o della nazione. Si è trattato anche della decrescita demografica europea confrontandola con la crescita demografica mondiale entro il 2070. Inoltre, in Italia, si deve fronteggiare lo spaventoso fenomeno del “Mismatch”: l’anglicismo utilizzato per definire la mancata corrispondenza della domanda di lavoro da parte delle imprese con l’offerta da parte dei lavoratori. Si pensi che prima della pandemia (2020), i profili “disallineati” erano “solo” il 25%, in seguito al Covid-19, la percentuale è salita al 50% (perdendo, in questo modo, circa 40 miliardi di euro di PIL solo nel 2023). Ritorna poi il concetto di “metamorfosi dell’impresa”, Prete evidenzia quanto abbia impattato la sostenibilità sulle imprese. Tutte le aziende che hanno portato a compimento la “transizione green” mettono a frutto un guadagno maggiore rispetto ad altre che non si sono ancora evolute in questa direzione.
“Prima le fabbriche e poi le case”, afferma Vincenzo Boccia citando uno dei più grandi sindacalisti italiani, colui che ha posto la sua vita al servizio dei lavoratori: Giuseppe Di Vittorio. È messo in risalto poi il concetto di “impresa coesiva”: aziende legate alle comunità di appartenenza e al territorio in cui operano, che investono nel benessere economico e sociale, nelle competenze e nella cura dei propri lavoratori.
Per il presidente Luiss il Paese necessita un ritorno ai “fondamentali”, a tutte le variabili economiche, demografiche e sociali che influenzano in modo strutturale il livello della domanda e dell’offerta e quindi aiutano a prevedere i livelli futuri di attività economica.
Boccia si sofferma poi sul rapporto fra economia e politica. A causa della guerra, si è avuto un aumento esponenziale dei costi delle materie prime e dell’energia; l’amministrazione statale, quindi, è imprescindibile dall’economia, non si può avere indipendenza politica tralasciando l’indipendenza energetica e tecnologica. L’unico mezzo per essere politicamente indipendenti è la disponibilità di un’economia stabile e autosufficiente.
L’evento si conclude con l’intervento di Sebastiano Mondadori e Simona Baldelli, candidati al premio “letteratura d’impresa” – ideato dal Festival Città Impresa ItalyPost – insieme a Salvatore Giannella, Marco Bentivogli e Giuseppe Lupo.
“Tutti e tre nati ricchi hanno creato un’impresa basata sulle idee, e tutti e tre l’hanno pagata cara”: con questa frase, Sebastiano Mondadori, descrive il conflitto economico-culturale tra Einaudi, Feltrinelli e Mondadori. Pensavano che i libri potessero cambiare il mondo, oggi, però, ci si trova dinanzi a una realtà differente. Alberto Mondadori è descritto dal nipote come un uomo che ha sacrificato tutta la sua ricchezza per ideologie basate sui libri, un uomo caratterizzato da un forte idealismo che ha permesso alle generazioni successive di sognare ad occhi aperti. Simona Baldelli presenta il suo libro intitolato “Il pozzo delle bambole” che racchiude in sé molti romanzi: una storia di crescita e di formazione, sulla scoperta del mondo palmo a palmo; un’avventura di collegio, di istituto, di camerate e cucine, spazi in cui crescere e trasformarsi; un affresco storico sul dopoguerra che è anche racconto di fabbrica e lotte; e soprattutto un romanzo di donne che diventano consapevoli, commettono errori, avanzano e retrocedono in una lotta lunga e difficile che Simona Baldelli descrive con ritmo, verosimiglianza, attenzione e sensibilità.
Alessandro Giuseppe Vesci IV B Liceo Torquato Tasso Salerno