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04/08/2015

Eugenio Ciliberti il nostro volontario ha scritto alcune considerazioni sul festival Salerno Letteratura.

Anche per quest'anno si è concluso il festival Salerno Letteratura, del quale ho fatto parte come volontario per il secondo anno di fila. Come me, tanti altri ragazzi provenienti da diverse scuole superiori della zona hanno contribuito all'ottima riuscita della manifestazione, giunta ormai alla sua terza edizione. Inoltre, quest'anno i curatori del festival hanno dato un'ennesima dimostrazione di quanto loro credano nelle future generazioni attraverso l'istituzione del progetto pilota "Summer School", creato appositamente per i giovani, i quali hanno beneficiato di incontri con i più illustri esponenti della cultura nostrana. Altro segnale, questo, che il coinvolgimento di noi ragazzi è decisamente fondamentale nello sviluppo della società futura, siccome siamo destinati ad essere i cittadini del domani. Tuttavia, non tutti, adolescenti e non, comprendono l'importanza delle opportunità che ci vengono date: sintomo, questo, di un provincialismo saldamente radicato nel nostro territorio. Gente che afferma che "con la cultura non si mangia" (un numero cospicuo di persone, che però, per fortuna, non costituisce la maggioranza di esse) dimenticando che Salerno deve la sua fama alle sue perle artistiche ed architettoniche, alcune delle quali hanno fatto da cornice agli eventi del festival, a ribadire il solido legame stabilitosi tra la rassegna e la città che la ospita. Inoltre, va anche notato che il mondo è sempre stato sottoposto a continui mutamenti, e la società come la vediamo oggi è stata modellata da fattori incontrollabili come eventi storici, ideologie che da essi sono scaturite e quant'altro. Come ben sappiamo, però, è passibile di cambiamento, ed è sempre la cultura il mezzo attraverso il quale esso si realizza. Essa, infatti, contribuisce alla formazione e allo sviluppo di una coscienza critica attraverso la libera circolazione delle idee, che è forse il traguardo più importante che è stato tagliato nell'età moderna. Perciò, il nostro compito di cittadini è quello di favorire l'ingresso della cultura nelle nostre vite, ed ecco spiegata la necessità di Salerno Letteratura, manifestazione della quale è il pubblico ad avere bisogno e non viceversa. Ed anche quest'anno lo staff del festival ha lavorato in maniera instancabile cosicché i 111 eventi che hanno caratterizzato il programma della rassegna fossero gestiti in maniera esemplare. Eventi che, per un festival nato da così poco tempo, sono tanti da coordinare, forse troppi, ma è il concetto di sfida che sta alla base di tutto ciò. Una sfida, questa, che si propone di rendere Salerno uno dei punti di riferimento nel Bel Paese per quanto concerne la cultura. Ma non è facile quanto sembra. Eppure, l'impegno e la dedizione mostrata dagli organizzatori dell'evento sono dovuti alla loro passione per la cultura, che in questo caso ricopre il ruolo di forza motrice del festival. Detto ciò, bisogna constatare che, in tempi difficili come questi, un festival come Salerno Letteratura va valorizzato e supportato, sia dalle istituzioni che dai cittadini, di modo che si progetti collettivamente una ricostruzione della società a partire dalle sue fondamenta. Solo così noi potremmo sperare in un cambiamento radicale non solo delle dinamiche nazionali, ma anche di quelle internazionali, che ci darà l'opportunità di terminare un ciclo storico ed iniziarne uno nuovo, dove la speranza sarà il motore primario. Perché, come tutti noi ben sappiamo, chiusa una porta si apre un portone. E la cultura ne è la chiave d'accesso.

Eugenio Ciliberti

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