Mondo dell’impresa e della cultura sono così distanti? No. Perché l’impresa genera sviluppo e dunque cultura, contribuendo ad elevare il senso civico dei singoli. Da qui nasce l’appuntamento di Salerno Letteratura “La letteratura è un’impresa” nell’ambito della sezione Sguardi sul mondo attuale/Economia. La cultura d’impresa è a tutti gli effetti cultura. Perché le imprese sono l’espressione dello spirito dei tempi. Negli spazi del museo Diocesano, se ne è discusso con Andrea Prete, presidente Unioncamere e Camera di Commercio di Salerno; Antonio Ferraioli, presidente Confindustria Salerno, Antonio Alunni, presidente Gruppo Tecnico Cultura Confindustria. «Le imprese sono il pilastro di questo Paese – ha sottolineato Prete – Siamo i secondi, a livello europeo, per il comparto manifatturiero. Il rapporto con la cultura va consolidato costantemente e per questo abbiamo deciso di appoggiare un’iniziativa eccellente come Salerno Letteratura, ma anche tanti altri progetti di rilievo, come il festival che si tiene alla Tenuta dei Normanni e lo storico ciclo di presentazione di libri di Positano. E prima della pandemia abbiamo favorito due concerti emozionanti a Paestum, Ezio Bosso e Riccardo Muti». Per Antonio Ferraioli, «le imprese partoriscono cultura perché portano sviluppo e dunque occupazione. Siamo continuamente impegnati in attività di sensibilizzazione sia su queste tematiche che su quelle della sostenibilità ambientale. Il messaggio che deve passare è quello della cultura della consapevolezza e della critica». A seguire, il Premio Letteratura d’impresa, giunto alla seconda edizione. Promosso da Festival Città Impresa ItalyPost, si propone di favorire le produzioni editoriali che raccontano le peculiarità del mondo produttivo italiano, con la finalità di promuovere una nuova narrazione dei sistemi imprenditoriali ed una moderna cultura d’impresa. Antonio Calabrò, presidente della Giuria del premio Letteratura d’Impresa, ha presentato gli autori della cinquina finalista, in occasione della loro prima uscita pubblica: Chiara Alessi, autrice di Tante care cose (Longanesi); Luigi Garlando, autore di L’album dei sogni (Mondadori); Veronica Galletta, autrice di Nina sull’argine (Minimum Fax); Francesco Vena e Emiliano Maria Cappuccitti, autori di Cosa vuoi più dalla vita? Amaro lucano: storia di un’Italia dal bicchiere mezzo pieno (Rubettino); Fulvia D’Aloisio, autrice di Partecipare all’impresa globale. Una ricerca antropologica in Automobili Lamborghini (Franco Angeli). «Le imprese sono attori sociali fondamentali – ha chiarito Calabrò – Negli anni Cinquanta intellettuali, scrittori e fotografi si recavano al loro interno per raccontarle. Poi questo meccanismo si è interrotto ed è invece giusto riprendere questo filo». Il vincitore? Per conoscere il nome bisognerà aspettare novembre, quando sarà proclamato nel corso della settimana della cultura d’impresa.