Durante la quarta giornata del Salerno Letteratura Festival, presso l’atrio del Duomo, si è tenuto un incontro, per la sezione Finzioni, con Edoardo Albinati, autore di I figli dell’istante (Rizzoli), condotto da Oscar Buonamano. Buonamano parte subito dicendo che con questo libro “impareremo o ricorderemo cosa sono stati gli anni ’80” e continua leggendo alcune righe del libro che preparono e introducono il lettore alla lettura del testo, facendo sì che si abbia un contesto, com’è solito fare l’autore, aggiunge Buonamano. Albinati descrive l’ambiente di lavoro della casa editrice, di cui parla nel libro, come “una scacchiera sulla quale i pezzi si muovono seguendo regole predeterminate che sono sempre le stesse”. In questa “schacchiera” ci sono molteplici movimenti e per questo si può parlare di un romanzo corale. Eppure, ci dice Albinati, in un istante può cambiare tutto e i protagonisti del suo libro sono un po’ come tutti noi e mettono in risalto quegli aspetti negativi che noi non vogliamo vedere di noi stessi. Quando Buonamano chiede chi siano i figli del titolo la risposta è: “donne e uomini come noi che vivono e sbagliano”, come Nico e Nanni che sono due personaggi ossimorici, a detta dell’autore, perché il primo è single mentre il secondo ha una famiglia e se da una parte Nico vive con instabilità, Nanni vive con stabilità, ma privo di certezze. Così con I figli dell’istante, Albinati ci descruve gli anni ’80 non soltanto come il secolo dell’edonismo, ma anche come un tempo che, come tutti gli altri, ha acuto i suoi limiti e le sue contraddizioni.

Claudio Santoro VH Liceo Classico Tasso Salerno