«La felicità? La troviamo nel quotidiano. Un museo, uno spazio archeologico può essere un luogo di felicità se riusciamo a recuperare un dialogo con il passato, con uomini e donne che vivevano in un mondo diverso, ma che sanno consegnarci uno sguardo antropologico sulla società contemporanea. La rivoluzione invece continua, come a Paestum e Pompei. Ci insegna che la normalità è il cambiamento e fermare il cambiamento è più complesso che fare la rivoluzione». Così Gabriel Zuchtriegel, autore di Paestum. I luoghi dell’archeologia (Carocci), ospite di Salerno Letteratura. Con Tiziana D’Angelo ed Angelo Meriani, negli spazi della chiesa di San Benedetto, l’archeologo ha raccontato la stupefacente diversità che contraddistingue le culture del passato (e del presente). Un luogo come Paestum, che ha restituito parti di templi, case, botteghe, tombe, ma anche tracce di attività rituali e quotidiane d’epoca antica, diventa, pertanto, un campione per esplorare un mondo tramontato e molto distante dal nostro. È il mondo del Mediterraneo antico, un palinsesto straordinariamente ricco se lo osserviamo con uno sguardo che non cerchi sempre solo quello che pensiamo già di sapere degli antichi Greci e Romani. «La storia ci insegna l’evoluzione più che il cambiamento – ha continuato – Dal passato possiamo imparare tanto, in particolare il nostro rapporto con l’ecosistema che ci circonda. E questo, soprattutto oggi che si ragiona con impegno e intensità di ambiente, è fondamentale».