Incontro con Pietro Del Soldà, autore di La vita fuori di sé. Una filosofia dell’avventura (Marsilio).
Conduce Gennaro Carillo.
«Ai fini della nostra felicità, il porto sicuro può rivelarsi più pericoloso del mare aperto», scrive Del Soldà. E il senso di una filosofia dell’avventura non potrebbe essere espresso meglio. Muovendo dalla saggezza perturbante della Diotima platonica, dall’idea che l’essere dei mortali coincide con un mutamento incessante, l’identità con l’alterità, questo libro esorta ad abbandonare il cabotaggio lungo costa, a uscire dalla comfort zone in cui l’Io esercita sovrano il suo strapotere, e a prendere il largo, staccare l’ombra da terra o addentrarsi into the wild, tra lupi cattivi e dee irascibili. A perseguire quei ‘picchi’ di intensità nei quali la vita – come scrive Simmel – si inarca, interrompendo il flusso del tempo lineare. È una filosofia che richiama esplicitamente la matrice ‘talassica’ della libertà ateniese, di quella eleutheria rivendicata e difesa sul mare, sciogliendo la polis classica dal radicamento territoriale, facendone una comunità errante, mai sedata.