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Incontro con Maria Teresa Giaveri, autrice di Lady Montagu e il dragomanno. Viaggio avventuroso all’origine dei vaccini (Neri Pozza), e con Gennaro Rispoli, direttore del Museo delle arti sanitarie di Napoli
Conduce Vincenzo Salerno

Maria Teresa Giaveri ha finito di scrivere questo libro nella primavera dell’annus horribilis 2020, quando la pandemia da Coronavirus colpiva con impensabile violenza il Nord Italia. Tempismo che ha del miracoloso: essendo, la vicenda di Lady Montagu, moglie fascinosa e colta dell’ambasciatore inglese a Costantinopoli, una storia che ha a che fare con la scoperta di un vaccino contro un altro virus letale, il vaiolo. La Giaveri ricostruisce un Settecento simile al Seicento descritto da Leibniz come «secolo di scienza e di empietà». Un secolo percorso da inquietudini: erotiche, morali, politiche, scientifiche. E contraddistinto dalla curiosità verso l’Oriente, inteso come epitome dell’esotico. In Turchia, Lady Montagu non si limita a fare esperienze come quelle degli hammam (la cui atmosfera restituisce in una lettera incantevole, di cui Ingres si varrà come di un modello per il suo quadro Il bagno turco) ma fa anche la conoscenza di un rimedio preventivo contro il male: l’ino-culazione di una dose del virus. Contrarre il male in forma più blanda per fugare il rischio di quella più grave. Una follia, a giudizio dei medici dell’Europa moderna, tuttavia da poco irrisi da Molière. Ma quando una femme savante come la Montagu comincia a parlarne – e lo fa finanche con la principessa di Galles – quella bizzarria diventa un problema per la scienza coeva, materia sulla quale dispu-tare per quasi un secolo. Indirizziamo dunque un pensiero a questa viaggiatrice curiosa e risoluta, magari quando saremo in fila per il vaccino.

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