Incontro con Armando Petrini, autore di Carmelo Bene (Carocci editore).
Conduce Gennaro Carillo.
A vent’anni dalla morte, Carmelo Bene continua a essere l’eccezione, l’anomalia più spaesante del teatro italiano. A lui toccò, in vita, lo stesso privilegio di Spinoza: scomunicato dalla Sinagoga di Amsterdam con una formula che tuttora colpisce per la sua violenza; esecrato dai cristiani come filosofo empio. Analogamente, Bene fece in modo di alienarsi tanto il sistema del teatro istituzionale e di tradizione, quanto quello di un teatro di ricerca che del primo riproduceva, sebbene con maggiore ipocrisia, più o meno tutte le logiche.
L’eccezione Bene trascende di molto l’ambito del teatro. Parliamo di un artista capace di pensare, come solo altri pochi grandissimi, contro la sua stessa arte, negandone i presupposti: definendo la propria opera, per esempio, come un togliere di scena anziché un mettere in scena.