Incontro con Manlio Castagna, autore di Le Belve (Piemme), e Patrizia Rinaldi, autrice di Hai la mia parola (Sinnos)
Patrizia Rinaldi, già premio Andersen, si sperimenta per la prima volta con un libro young adult. Ambientato in Sardegna, in un tempo lontano e fiabesco, Hai la mia parola è diviso in tre parti come la Divina Commedia e i capitoli sono tanti quanti le lettere dell’alfabeto. La storia, a metà tra una fiaba e il romanzo storico, offre uno spaccato realistico delle condizioni di subalternità e oppressione vissute soprattutto dalle donne giovani e giovanissime cresciute in un contesto povero di istruzione e di mezzi. La forza del romanzo è quella della sua protagonista, del suo riscatto dall’ignoranza e da una menomazione fisica, che le consentirà di ricostruirsi una identità conquistandosi una vita migliore di quella di sua sorella che, apparentemente favorita dalla bellezza, finirà proprio a causa della sua avvenenza vittima del signore del luogo.
Dall’altro lato Manlio Castagna lascia il terreno noto dei romanzi fantasy che gli hanno regalato tanto successo e scrive anche lui, insieme a Guido Sgardoli, un libro dedicato ai giovani adulti, ma ambientato nel tempo presente in una sonnolenta provincia italiana. Le Belve racconta di tre banditi fuggiti da una rapina andata male e della classe di liceali di Ferrara che presa in ostaggio. È anche il racconto delle storie maledette, sepolte nei muri fatiscenti dell’ex sanatorio Boeri, ed è soprattutto una vicenda di animali e di uomini che certi fantasmi della mente e la ferocia dei loro aguzzini trasformano in belve: paura allo stato puro