Incontro con Alberto Granese, autore di Pasolini. L’esercizio della ragione e del dovere (Edisud Salerno).
Conduce Rosa Giulio.
In occasione dei cento anni dalla nascita di Pier Paolo Pasolini, rimane imprescindibile ripensare il ruolo che nella seconda metà del secolo scorso ha avuto quella che, per Alberto Granese, è stata la sua personalità più emblematica, un irripetibile idealtipo di intellettuale. Il titolo del lavoro monografico, Pasolini. L’esercizio della ragione e del dovere, è un adattamento di: «esercizio del dovere / politico come esercizio di ragione», tra gli ultimi versi di Progetto di opere future, composizione in terzine uscita su “Nuovi Argomenti” nel 1964. Granese prende provocatoriamente le distanze dalle “vulgate” pasoliniane, fitte dei soliti lemmi (il corpo, la vitalità, il narcisismo, l’omosessualità, l’assassinio), sollecitati da morbose curiosità scandalistiche e illustrati da doviziosi corredi fotografici, a cui pure Pier Paolo indulgeva, per porre al centro del suo discorso critico la “vera” sostanza etica, artistica, culturale del poeta.