Incontro con Massimo Osanna, autore di Pompei. Il tempo ritrovato (Rizzoli)
Conduce Gennaro Carillo
Pompei non è solo la città morta che tutti conoscono. È una metafora della caducità umana. Le rovine di Pompei comunicano, come meglio non si potrebbe, il senso della fine. Non a caso, per descrivere un mondo morente, anzi già postumo, la Parigi aristocratica e altoborghese del 1916, Marcel Proust ricorse all’immagine degli ultimi giorni di Pompei, paragonando l’avanzata dei Tedeschi all’eruzione del Vesuvio. È nel segno del Proust de Il tempo ritrovato che Massimo Osanna traccia un bilancio provvisorio ma minuzioso del proprio lavoro di archeologo a Pompei. Lo fa raccontando delle nuove, entusiasmanti, scoperte, cariche di eros (l’affresco di Leda e il cigno) o di mistero (i mosaici evocanti il catasterismo di Orione). Ma è un racconto che tocca anche punti dolenti: lo scempio del Teatro Grande, per esempio, ricostruito anziché restaurato, e, più in generale, le resistenze incontrate per uscire dalla logica dell’emergenza
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I PROSSIMI GIORNI DI POMPEI
22/07/2020 orario 18:45 - 19:45
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