Incontro con Paolo Isotta, autore di Verdi a Parigi (Marsilio)
Conduce Gennaro Carillo
Soltanto Paolo Isotta poteva scrivere un libro intitolato Verdi a Parigi che cominciasse non dall’Otto ma dal Seicento. Per poi inoltrarsi in quel Settecento irrequieto in cui la vita teatrale parigina era talmente intensa da far dire – pare – alla moglie di Cherubini che finanche durante il Terrore rivoluzionario «per ogni testa che si taglia, si apre un teatro». Della cultura francese, non solo di quella musicale (il Grand-Opéra: francese ma di cui Isotta ricostruisce le ascendenze italiane), Verdi fu conoscitore attento. Della cultura e della società, con la sua stratigrafia e le sue gerarchie, cruciali per la comprensione de La Traviata. Ma Verdi a Parigi è soprattutto il ritratto di un italiano irriducibile al genus italicum – personificato dalle maschere eterne di «Don Abbondio e Don Rodrigo» – e accostabile, piuttosto, all’umanesimo tragico di Machiavelli e Guicciardini, come pure al pensiero negativo di Leopardi
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GIUSEPPE VERDI UNO E DUE
20/07/2020 orario 20:00 - 21:00
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