Cos’è la poesia se non la coscienza del segreto della realtà? Cosa sarebbe la nostra esistenza se la vita non fosse affidata al sogno, alla veglia, alla ragione febbricitante della conoscenza poetica? E d’altra parte, se non vi fosse una fascinazione segreta, che cosa ci terrebbe intenti nella parola, che cosa ci farebbe scoprire l’energia e la creatività che è dentro la nostra stessa quotidiana espressione? Queste sono le domande che provengono dai due recenti libri di Arnaldo Colasanti e Filippo La Porta, due sensibilità critiche e due intelligenze letterarie tra le più attente di oggi. Si unisce al dialogo uno dei maggiori poeti del panorama attuale, Giancarlo Pontiggia, un’‘imperdonabile’ voce inaudita nel nostro tempo