Donatella Di Cesare è professore ordinario di Filosofia Teoretica al Dipartimento di Filosofia e membro del Collegio di Dottorato. Dal 2023 è membro della SSAS (Scuola di Studi Avanzati) della Sapienza. La sua riflessione si situa nell’ambito della filosofia continentale (ermeneutica, decostruzione – F. Nietzsche, M. Heidegger, H.-G. Gadamer, J. Derrida), dove ha affrontato i temi della verità e del comprendere. Ha messo a fuoco il nesso fra tempo e linguaggio (W. Benjamin), considerando i temi etici e politici dell’altro e dell’alterità (E. Levinas). La Shoah ha acquisito una valenza centrale nella sua riflessione. Dopo molti lavori su questo tema, all’indomani della pubblicazione dei «Quaderni neri» di Heidegger si è interrogata sulle responsabilità della filosofia verso lo sterminio. Ha esaminato a più riprese il rapporto con la figura dell’estraneo e dello straniero fino alla questione della migrazione (Stranieri residenti 2017). Sullo spartiacque tra biopolitica e teologia politica ha analizzato la sovranità e le forme di dominio (B. Spinoza). Le sfide della violenza, visibile e invisibile, dal totalitarismo (H. Arendt) alle forme contemporanee (terrore, tortura, guerra), l’hanno spinta a ripensare la nuda vita e i diritti umani. Ha reclamato un ritorno della filosofia alla pólis delineando la possibilità di un pensiero radicale, capace di coniugare esistenza e comunità (Sulla vocazione politica della filosofia 2018). Negli ultimi anni ha delineato una critica alla politica statuale contribuendo a rielaborare il concetto di democrazia delineando un pensiero radicale che ne coglie il nesso con l’anarchia (Democrazia e anarchia. Il potere nella polis 2024).