“Per raccontare una storia davvero significativa, bisogna essere nel posto giusto al momento giusto. Proprio come succede con certi alberi, che diventano protagonisti di momenti unici, irripetibili”: esordisce così Andrea Valente, autore del libro “La foresta che cresce” e due volte vincitore del Premio Andersen. Durante l’incontro svoltosi la terza giornata del Salerno Letteratura Festival, a Largo Pomona, l’autore ha accompagnato il pubblico in un viaggio affascinante attraverso le storie di 16 straordinari alberi che intrecciano la natura con il passato dell’umanità: dal castagno d’India di Anna Frank, che per mesi è stato il suo unico contatto con il mondo esterno al tiglio del Linneo di Van Gogh, dal ciliegio di Hiroshima al cipresso di Michelangelo. “Un libro – afferma l’autore – è come un albero: da un seme nasce una storia, una radice. Ognuno poi ci costruisce sopra qualcosa di unico. E proprio come gli alberi, anche i libri cambiano, crescono e si trasformano”. Sedici storie di alberi: alcuni ancora in vita, di altri invece sono stati piantati i semi dando vita ai loro fratelli. Gli alberi possono essere considerati testimoni del tempo e degli eventi che caratterizzano l’umanità. Le radici degli alberi affondano nel nostro passato, le fronde si innalzano al cielo. “La foresta che cresce” è molto più di un libro: è un invito a guardare gli alberi con occhi nuovi, riconoscendo in essi la radice profonda della nostra storia.
Francesca Lo Schiavo III D
Priscilla D’Agostino III D
Liceo Tasso Salerno