«Obbediente ai baraccati di Korogocho, vorrei lanciare un messaggio al cuore di chi appartiene alla mia tribù bianca perché si converta». E per quanto urgente, non è però una conversione semplice. Parola di Alex Zanotelli, autore di Lettera alla tribù bianca (Feltrinelli), ospite di Salerno Letteratura. In compagnia dell’avvocato Rosanna Carpentieri, nella chiesa dell’Addolorata, ha incontrato gli amici del festival per raccontare con lucidità un’umanità dolente «che sta ballando sul filo di un doppio baratro. Da un lato quello della guerra nucleare e della bomba atomica, dall’altro quello dei cambiamenti climatici che già stiamo vivendo sulla nostra pelle senza prendercene adeguatamente cura». Ma come si fa a essere felici di fronte a uno scenario così apocalittico? «La felicità è difficile da dire – ha raccontato Zanotelli – Credo che ti venga dalla capacità di giocarti la vita per qualcosa di bello. È questo che ti riempie di gioia. Se ti tieni la vita per te alla fine sei morto. Se invece sei capace di dedicarla agli altri allora sei vivo». E la rivoluzione? «È una cosa di cui oggi c’è più che mai bisogno, perché siamo in presenza di un dieci per cento di umanità che consuma il novanta per cento delle risorse e questo è inaccettabile oltre che pericoloso». Il mondo “bianco” è attraversato ogni giorno da chi fugge dalla fame, dalle guerre e dai disastri climatici: frutto amaro di un sistema economico, finanziario e militarizzato iniquo. Il Mediterraneo, ormai, è diventato il cimitero dei “volti scuri”. La tribù bianca si difende con muri, fili spinati e polizia. L’egoismo, eretto a sistema, che pervade la nostra società e la nostra cultura sta devastando la Terra e gli altri popoli, devasterà anche noi stessi. Abbiamo perso l’empatia?
«Questo rifiuto dell’altro – scrive Zanotelli – impoverito ed emarginato, sottintende un razzismo strisciante che pervade la tribù bianca». Ma l’autore indica anche una via di speranza: è possibile incamminarsi per la strada di “un’umanità plurale”, che comincia con l’accoglienza del diverso da se.