La felicità connessa con la salvezza e con l’essere in comunione con Dio. L’idea modernissima di una donna che, proprio mentre si discute se abbia o meno un’anima, è il trait d’union per l’eternità. E l’amore, che «è l’unica cosa che trascende il tempo e lo spazio». Benvenuti a Dante, l’autore che Borges ha citato come il migliore scrittore di una “commedia” che presenta spunti di altissima attualità. Benvenuti a Salerno Letteratura, seconda giornata, con un personaggio eclettico come Aldo Cazzullo, autore de Il posto degli uomini. Dante in Purgatorio dove andremo tutti (Mondadori). «I nostri nemici finiranno all’Inferno; le nostre mamme in Paradiso; ma a noi un po’ di Purgatorio non lo leva nessuno. Per questo il Purgatorio è il posto degli uomini, dove andremo tutti. Meglio sapere per tempo quel che ci aspetta. Dante stesso pensava di finirvi da morto, nel girone dei superbi...», dice Cazzullo in un largo Barbuti pieno all’inverosimile. Nelle sue parole colte e dettagliate c’è la salvezza, quel Purgatorio dove ognuno vuole essere ricordato, affidandosi a una moglie, una madre, una figlia. C’è l’invettiva all’Italia e la disamina di una classe politica sgangherata perché noi italiani non riusciamo ad avere un rapporto maturo con il potere, troppo presi a blandire o ad abbattere i nostri leader politici che sono il ricordo sbiadito di un tempo. E contro la nostra incapacità di credere a una democrazia rappresentativa, c’è Dante monolitico che manda Papi all’Inferno e s’inventa diavoli da Commedia dell’Arte perché i veri diavoli siamo noi. Aldo Cazzullo prosegue il viaggio sulle orme del “poeta che inventò l’Italia”. Il romanzo della Divina Commedia, dopo l’Inferno, racconta ora il Purgatorio: il luogo del quasi, dell’attesa della felicità; che è in sé una forma di felicità. Un mondo di nostalgia ma anche di consolazione, dove il tempo che passa non avvicina alla morte ma alla salvezza. Una terra di frontiera tra l’uomo e Dio, con il fascino di una città di confine.